L'Allarme Obesità in Italia: La Salute Peggiora in 12 Mesi. Il Nuovo Studio ITROS
L'obesità e il sovrappeso non sono solo un problema di peso, ma una condizione che ha un impatto rapido e significativo sulla salute. Un nuovo e importante studio italiano, l'Italian Real-world Overweight/Obesity Study (ITROS), ha analizzato i dati della medicina generale per capire cosa succede realmente ai pazienti nel "mondo reale".
I risultati, basati su un'analisi di oltre 134.000 individui in Italia con un BMI> 27, lanciano un chiaro allarme: la salute dei pazienti peggiora significativamente nell'arco di soli 12 mesi.
Il Peggioramento in un Anno
Lo studio ITROS ha confrontato lo stato di salute dei pazienti nei 12 mesi precedenti alla registrazione di un BMI > 27 (baseline) e nei 12 mesi successivi (follow-up).
I risultati sono netti: nel periodo di follow-up, i pazienti hanno mostrato:
Una maggiore probabilità di sviluppare nuove condizioni cliniche.
Un aumento nell'utilizzo delle risorse sanitarie, incluse prescrizioni di farmaci, esami di laboratorio, visite specialistiche e ospedalizzazioni.
Le comorbidità più frequenti riscontrate nel follow-up includono ipertensione (51,4%), malattie cardiovascolari (27,5%) e diabete di tipo 2 (25,1%).
Più Alto è il BMI, Maggiore è il Rischio
Lo studio evidenzia una correlazione diretta tra l'aumento del BMI e il peggioramento della salute. All'aumentare della classe di obesità:
Aumenta la probabilità di soffrire di diabete di tipo 2 (rischio 2,5 volte maggiore nell'obesità di classe III rispetto al sovrappeso grave).
Aumenta il rischio di ipertensione (rischio 2,1 volte maggiore).
Si impenna il rischio di apnea ostruttiva del sonno (OSA), che è risultato quasi 7 volte (6,9) più alto negli individui con obesità di classe III.
Aumenta il tasso di ospedalizzazione, che raggiunge il 13,1% nei pazienti con obesità di classe III10.
Il "Gap di Gestione": Si Curano i Sintomi, Non la Causa
Nonostante questo evidente peggioramento della salute, lo studio ITROS ha rivelato un "gap gestionale" significativo a livello di cure primarie.
Mentre i Medici di Medicina Generale (MMG) sono molto attivi nel trattare le conseguenze dell'obesità (ad esempio, il 60% dei pazienti ha ricevuto prescrizioni per antipertensivi), l'intervento sulla causa principale è risultato estremamente raro:
Trattamenti specifici per l'obesità: Meno dello 0,5% della coorte ha ricevuto prescrizioni per i farmaci anti-obesità disponibili al tempo dello studio (come bupropione/naltrexone, orlistat e liraglutide).
Consigli sullo stile di vita: I dati indicano che i MMG hanno raramente registrato consigli su dieta (3,0% dei pazienti) o attività fisica (2,6% dei pazienti)14141414.
Conclusione: Un Appello al Cambiamento
L'obesità si conferma un pesante fardello che peggiora la salute dei pazienti in un tempo molto breve. I risultati dello studio ITROS suggeriscono che, nella pratica clinica, l'obesità non viene ancora gestita appieno come una malattia cronica.
Gli autori concludono che è fondamentale supportare i Medici di Medicina Generale con formazione specifica e risorse adeguate per gestire l'obesità in modo proattivo, migliorando così gli esiti per i pazienti e riducendo il carico complessivo sul Servizio Sanitario Nazionale.
Dr Marco Franceschin M.D. MSc.